La Corte di Cassazione interviene sull'installazione di impianti di videosorveglianza nelle aziende. 

La Corte di Cassazione si era già pronunciata in merito all'installazione di impianti di videosorveglianza nelle aziende. Ma a quanto pare, per poterli installare, non basta ottenere il consenso dei lavoratori.

La doppia sentenza della Corte di Cassazione
La questione di installare sistemi di videosorveglianza nasce dall'esigenza di introdurre strumenti di controllo per i lavoratori. Infatti, con  doppia sentenza (nn. 38882 e 38884 entrambe depositate il 24 agosto 2018) della Corte di Cassazione sancisce due principi fondamentali che rafforzano l'orientamento giurisprudenziale in vigore.

In sostanza, la Corte di Cassazione ribadisce che, per poter installare degli impianti di videosorveglianza, non è necessario solo ottenere il consenso dei lavoratori. Ma bisogna inoltre avviare le pratiche per un accordo sindacale o avere l'autorizzazione ministeriale.

Nel caso in cui sono difficoltà  nel raggiungere un accordo, il datore di lavoro deve richiedere un provvedimento autorizzativo da parte dell’autorità amministrativa. In questo modo, si scampa il pericolo che l’installazione dell’apparecchiatura sia illegittima e penalmente sanzionata.

In questo caso, è necessario rivolgersi all'ispettorato Nazionale del lavoro, in particolare all'ispettorato della provincia di competenza, presentando un'istanza corredata da un'ampia documentazione, che sostenga le ragioni per le quali debba essere installato l'impianto di videosorveglianza.

Cosa è cambiato e cosa no
Una volta ricevuta l'autorizzazione ministeriale, oggigiorno non è più necessario illustrare nel dettaglio il posizionamento e il campo ripreso da ogni camera.

Invece è molto importante ricordare che le riprese effettuate siano coerenti con le ragioni che hanno indotto l’azienda ad avanzare l’istanza di installare un impianto di videosorveglianza.

Infine, altra cosa da tener ben presente riguarda l'utilizzo di controlli accesso biometrici. Per limitare l'accesso a determinate aree o a macchinari a persone non qualificate o non idonee, è possibile adottare sistemi biometrici, basati sull'impronta digitale e sulla tipografia della mano.

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