Dopo l'avvento di Google Home e Amazon Echo con i rispettivi assistenti vocali, Google Assistant e Amazon Alexa, è arrivato il momento anche per l'Italia  di compiere il salto nella domotica del futuro. Fino a qualche anno fa si parlava di macchine parlanti soltanto in film e romanzi di fantascienza. Oggi invece siamo capaci di comprendere le macchine e le macchine capiscono noi. Questo accade non più soltanto attraverso i linguaggi di programmazione ma semplicemente con la nostra voce.

La domotica a bassa voce

Senza nemmeno più dover essere legati a tasti da premere o schermi touch da sfiorare, è possibile fare di tutto in casa e fuori. In una fredda serata invernale si può accendere il riscaldamento e regolare la temperatura prima ancora di tornare a casa e trovare una temperatura glaciale, semplicemente parlando con il nostro assistente virtuale sempre presente in attesa delle nostre istruzioni vocali.

Le stime della trasformazione

Secondo la società di analisi americana Research and Markets siamo vicini al definitivo exploit: il mercato ha raggiunto un valore di circa 1,7 miliardi di dollari nel 2017 su scala globale che supererà i 9 miliardi del 2023, con un tasso di crescita medio annuo del 32 per cento. Guardando poi i dati raccolti dal sito Statista.com, nel 2017 Alexa di Amazon possedeva una quota di mercato del 62 per cento, mentre Google Assistant è arrivato al 25 per cento. Queste gerarchie saranno destinate a invertirsi nel 2020 secondo le previsioni, con la società del motore di ricerca che supererà quella di Jeff Bezos. Gli attori principali di questo mercato sono ovviamente i grandi colossi dell'hi-tech tra cui, oltre ai già citati Google e Amazon, ci sono Samsung ed Apple.

Gli ultimi ostacoli prima del decollo

Al momento si sta lavorando sul passaggio dalla rigidità del comnado preciso all'elasticità del linguaggio colloquiale per convincere gli ultimi scettici. <<Affinché le persone e le macchine possano lavorare insieme , devono essere capaci di interagire in modo molto naturale>> spiega Murray Campbell, ricercatore della Ibm<<La conversazione è la via da percorrere per scambiarsi informazioni>>.